martedì 28 luglio 2009

Povero Garibaldi...

Questa storia del Partito del Sud, comincia proprio ad appassionare...
Non la tv, che naturalmente tace. Essendo stato però Berlusconi costretto a parlarne (per arginare le voci che ormai rimbombano a Palazzo) vedrete che anche il Tg1 qualcosina dirà. Lo farà poco e in modo che nessuno capisca, il tema è scabroso.
Detto molto semplicemente è un ritorno indietro di cinquant'anni almeno,
una divisione fra Nord e Sud intesi come corpi reciprocamente estranei, l'Italia a due velocità, la Cassa del Mezzogiorno e l'assistenzialismo,la questione meridionale.
La secessione all'incontrario, vista dal Po.
Il Sud non produce beni ma consensi, è un bacino elettorale per la destra formidabile ma insieme un grande problema, se ad occuparsene sono Bossi e Tremonti.
L'unità d'Italia non è mai stata realizzata davvero e sancire la divisione persino nel nome dei partiti equivale a gettare la spugna.
Pazienza per Garibaldi.
Il punto politico è questo: l'iniziativa nasce in seno al Pdl in chiave anti-Tremonti, uomo cerniera fra Forza Italia e Lega Nord.
Stefania Prestigiacomo, siciliana ministro dell'Ambiente, è stata appena scippata
delle deleghe economicamente cruciali, quelle che riguardano la partita dell'energia.
Non l'ha presa bene. Potrebbe essere lei il capogruppo alla Camera del nuovo Partito: i gruppi sono in via di definizione.
Berlusconi dà l'impressione di voler correre ai ripari ma l'iniziativa gli dispiace
meno di quel che sembri.
Divide et impera.
Avere un contrappeso all'asse Bossi Tremonti conviene anche a lui. La Sicilia non gli è mai stata ostile, anzi: Dell'Utri garante, la mafia non gli ha mai fatto paura. Sarebbe un modo per garantire un posto a tutti. Separati, alleati.
Per l'Italia una sconfitta epocale, di quelle da finire sui libri di storia.
In margine allo stesso capitolo, sui libri del 2089, si dirà che quelli erano gli stessi anni in cui il governo del paese rinunciò ad assicurare ai cittadini
il bene primario della sicurezza e delegò alle ronde autogestite da privati il compito di proteggere l'incolumità dei cittadini.
Una cosa da non credere, ma davvero andò così: tale per cui quasi subito cominciarono a scontrarsi per strada bande di fanatici in divisa, vedi quel che è successo a Massa.
E' criminale oltre che sciocco dire: non si poteva prevedere.
Si poteva, accidenti se si poteva...

Riporto il discorso del Presidente Antonio Di Pietro sulla dichiarazione di voto sul decreto anti-crisi presentato oggi alla Camera.
Anche questa volta il governo non ha avuto la nostra fiducia.


Infine un regalo...di campagna!

Il mio quore batte per te come una pompa
una pompa d'acqua ramata a lu mes d'aost
quand ngima a la uva s'arfà lu mbuss
lu mbuss d la uazz a la nott.

E come lu frattarul ammenz a la prcaccj
tu fi candà lu cor mi.

E li piand d pmmador s'ammosc
pcche lu mizzjurn d'aost è tost.

E la zapp s'arrventllisce, e lu all cand.

Lu all cand ngim a la cabbj d li cunij.

(Lu Padrò)

giovedì 23 luglio 2009

Poesia...di Campagna!!!

...E lu all cant sopra la cabbj de li cunij...

venerdì 17 luglio 2009

Dolci Ricordi...(2)

Settimana lunghissima...
Riassunto breve...

Il 14 Luglio di 40 anni fa a New York bisognava esserci al cinema Beekman.
Jeans e camicie a fiori, capelli lunghi, collanine assortite, piedi scalzi.
Al primo spettacolo il cinema era pieno e nell'aria si respirava un odore dolciastro: fumavano tutti, e non erano sigarette!
Era la "prima" di Easy Rider, un film oggetto di culto ancor prima di uscire...



Dolce Notte...



Ciao ciao.

venerdì 10 luglio 2009

Dolci Ricordi...



Sono passati tre anni...ma il ricordo è sempre vivo!
La laurea di Campioni del Mondo ci rese orgogliosi di una nazione sputtanata calcisticamente dal sig. Moggi e compari.

Ieri all'Università di Macerata il caro amico Giuseppe Capriotti si è lauretato Dottore in Scienze Politiche...Complimenti e Tanti Auguri.


Alcune considerazioni politiche:
Ad un mese dalle elezioni provinciali posso affermare con certezza che i partiti temono i giovani che si avvicinano alla politica.
Il tanto auspicato rinnovamento serve solo per i cartelli elettorali poi sono sempre pronti a scaricarci per rispettare degli accordi presi in precedenza.
Sono rimasto colpito dalla provocazione del segretario dell’UdC, troppo violenta a mio modo di vedere, scaturita solo perché il consigliere Vagnoni non è diventato assessore.
Mi sento un cittadino martinsicurese, teramano ed abruzzese e non possiamo cancellare secoli di storia e cultura sono per un capriccio politico.
Se ora ci sentiamo perifera di teramo chi ci garantisce che non lo saremo per quella ascolana?
Il sentore che la provincia ci ha trascurato non è fatto nuovo e la mancata nomina dell’avvocato Massimo Vagnoni ad assessore ha solo portato a galla i problemi della nostra classe dirigente, troppo legata alle vecchie logiche partitiche.
Prima delle elezioni sono tutti bravi a fare facili promesse, ad usare la politica delle pacche sulle spalle, dei sorrisi e delle veline per prendere voti, poi però a risultati ottenuti entrano sempre in gioco meccanismi perversi che solo i partiti riescono a mettere in moto in modo magistrale.
Se ci sono delle colpe sono esclusivamente da ricercare nella scarsa considerazione che i referenti provinciali hanno nei confronti dell’elettorato del PdL (o meglio Forza Italia) martinsicurese oppure nella debolezza del Sindaco Di Salvatore e del Coordinatore locale Gianfilippo Vallese che non hanno saputo, o voluto, difendere il consenso plebiscitario ottenuto dal loro candidato.

Ciao Ciao.

giovedì 2 luglio 2009

Il Politico...Sfortunato!

E' proprio vero...quando ci si mette la sfortuna!
Il Consigliere provinciale Massimo Vagnoni è un fiume in piena, ma gli argini...
sono alti e solidi quindi non fa una lira di danni!

E ci dovremmo pure bere la solita solfa del Sindaco, che la colpa è del gruppo locale di An, che a detta di molti sarebbe stato la concausa per cui sarebbe saltato il posto di Vagnoni a vantaggio del filone ex An, a cui sono andati due assessorati e la vicepresidenza...
E dovremmo anche credere alle dimissioni sia da sindaco che da presidente dell'Unione dei Comuni se permangono le attuali condizioni...

Lui si che ci sa fare...



Da quando, in via del tutto ipotetica, il suo on. avv. Niccolò Ghedini l’ha definito “utilizzatore finale” di prostitute a sua insaputa, Silvio Berlusconi si staglia come il politico più ingenuo o più sfortunato della storia dell’umanità.
Dal 1974 al 1976 ospita nella villa di Arcore un noto mafioso, Vittorio Mangano, intimo del suo segretario Marcello Dell’Utri e già raggiunto da una dozzina fra denunce e arresti, ma lo scambia per uno stalliere galantuomo: anche quando glielo arrestano due volte in casa.
Dal 1978 (almeno) al 1981 è iscritto alla loggia deviata P2, convinto che si tratti di una pia confraternita.
Dal 1975 al 1983 le finanziarie Fininvest ricevono l’equivalente di 300 milioni di euro, in parte in contanti, da un misterioso donatore, ignoto anche al proprietario: infatti, dinanzi ai giudici antimafia venuti a Palazzo Chigi per chiedergli chi gli ha dato quei soldi, si avvale della facoltà di non rispondere.
Negli anni 80 l’avvocato David Mills crea per il suo gruppo ben 64 società offshore nei paradisi fiscali, ma lui non sospetta nulla, anzi non sa nemmeno cosa sia la capofila All Iberian. Questa accumula all’estero una montagna di fondi neri che finanziano, fra gli altri, Bettino Craxi (23 miliardi di lire) e Cesare Previti (una ventina).
Previti, avvocato di Berlusconi, ne gira una parte ai giudici romani Vittorio Metta (nel 1990) e Renato Squillante (nel 1991), ma di nascosto al Cavaliere. Il quale però s’intasca il gruppo Mondadori grazie a una sentenza di Metta, corrotto da Previti con soldi Fininvest. Nei primi anni 90 il capo dei servizi fiscali del gruppo, Salvatore Sciascia, paga almeno tre tangenti alla Guardia di finanza.
E nel 1994, quando la cosa viene fuori, il consulente legale Massimo Berruti tenta di depistare le indagini dopo un incontro a Palazzo Chigi col principale. Ma questi non si accorge di nulla (“giuro sui miei figli”). Nemmeno quando Sciascia e Berruti vengono condannati, tant’è che se li porta in Parlamento.
Nel 1997-’98 Mills, testimone nei processi Guardia di Finanza e All Iberian, non dice tutto quel che sa e lo “salva da un mare di guai” (lo confesserà al commercialista). Poi riceve 600 mila dollari dal gruppo di “Mr. B”. E Mr. B sempre ignaro di tutto (rigiura sui suoi figli).
Di recente si scopre che il Nostro, nell’ottobre scorso, prese a telefonare a Noemi, una minorenne di Portici, proprio mentre il suo governo varava una legge per stroncare la piaga delle molestie telefoniche (“stalking”). Ma lui scoprì che era minorenne solo quando fu invitato al suo diciottesimo compleanno.
Ora salta fuori che Patrizia D’Addario, che trascorse con lui una notte a Palazzo Grazioli, è una nota “escort” barese, pagata da un amico del premier (l’”utilizzatore iniziale”?). Ma lui non ne sapeva nulla, tant’è che in quel mentre il suo governo varava una legge per arrestare prostitute e clienti. E’ sempre l’ultimo a sapere.
Può un uomo così ingenuo, o sfortunato, o poco perspicace, fare il presidente del Consiglio?

Pensiero, Pensierino...

Ciao Ciao.